PREMIO “LA GINESTRA 2018” A MASSIMO CACCIARI.
Giovedì 13 settembre presso l’incantevole Villa delle Ginestre, che ospitò Giacomo Leopardi negli ultimi anni della sua vita, si è svolta la XII edizione del Premio Letterario Leopardiano, assegnato a Massimo Cacciari. L’evento è stato organizzato dal Rotary Club Torre del Greco Comuni Vesuviani, Premio Leopardiano La Ginestra e da Casa Ascione.
Il comitato scientifico, presieduto da Gaetano Manfredi, rettore dell’Università “Federico II” di Napoli, ha premiato il professor Cacciari “poiché ha segnato in maniera originale e profonda la storia della cultura contemporanea. I suoi studi hanno rinnovato potentemente la riflessione filosofica, portando il pensiero a misurarsi, in un processo mobile e continuo, con i suoi stessi fondamenti.
A partire da studi ormai classici degli anni settanta e ottanta (da Krisis a Dallo Steinhof e a Icone della legge) fino a saggi recentissimi come il Labirinto filosofico o Generare Dio, egli ha offerto analisi memorabili di autori e opere che costituiscono i massimi protagonisti del sapere moderno: da Kafka a Mondrian, da Schoenberg a Freud, da Wittgenstein a Rilke e Musil, ma anche da San Francesco a Dante e Mantegna. Fare filosofia implica per Cacciari interrogare quasi necessariamente le opere di grandi artisti. Esse mettono in gioco una ricchezza di vita ineguagliabile. Pongono domande alla cui profondità solo i loro linguaggi sembrano alludere nella maniera più radicale. Il fare dell’arte parla di conflitti in perenne contesa. Presenta questioni e dilemmi che non hanno soluzioni fisse e definitive e che nessuna scorciatoia può risolvere. Gli studi leopardiani si collocano all’interno di questo scenario filosofico.
I due saggi raccolti nel volume Magis amicus Leopardi mostrano il modo con cui Leopardi mette in tensione due estremi: la ragione e l’illusione, Platone e l’antiplatonismo. Nessuno dei due concetti esclude l’altro. Le categorie sono in intima e inseparabile correlazione. Pensare è soprattutto un atto duale, che allontana qualunque semplificazione e che connette gli opposti in un solo discorso: «Se illusione è il sistema platonico, esso è grande illusione; se errore, divino errore; se favola, lo è nel senso di mythos: assai più parola viva che semplice narrazione». Questa impostazione ha sulla lettura di Leopardi un effetto decisivo. llusioni e disinganno non designano due stati successivi, ma identificano un processo unico e intrecciato. «Il caro immaginar non rappresenta un’epoca o una cultura determinata alla quale ci si rivolge con disperata nostalgia, ma, ben più radicalmente, una dimensione spirituale, […] Il caro immaginar non vive altrove, in un altro mondo rispetto all’acerbo vero, ma ne costituisce piuttosto la critica immanente». E la forma del canto accoglie e custodisce, dentro la cognizione del vero, le tracce di quella dimensione fantastica e divina che fa parte della nostra anima.
Massimo Cacciari ci porta così nel cuore del pensiero poetante di Leopardi e ne restituisce la straordinaria ricchezza e il fascino permanente.”
Ha consegnato il premio all’illustre ospite il presidente del Comitato Scientifico del Premio Gaetano Manfredi, rettore dell’Università Federico II di Napoli.
Molte le personalità presenti alla serata, tra cui il presidente della Fondazione Ville Vesuviane, dottor Mario Rusciano, il sindaco di Torre del Greco Giovanni Palomba, il presidente della Banca di Credito Popolare Mauro Ascione, il presidente del Rotary Club Torre del Greco-Comuni Vesuviani, Vittorio De Feo, il comandante Vincenzo Amitrano della Compagnia Carabinieri di Torre del Greco.
La serata è stata condotta da Donatella Trotta, con le letture di Massimo Foà e con gli intermezzi musicali del maestro Filippo Staiano al flauto e di Tetyana Sapeshko al piano.
pasquale d’orsi
Facebook
Twitter
Instagram
YouTube
RSS