Dopo Maida e Romano, anche la Consigliera Comunale Clelia Gorga esprime il suo dissenso per l’appoggio del Sindaco Borriello a Salvini. L’esponente del PD, con un post sulla sua Pagina Facebook, elenca tutte le uscite del leader della Lega, definito “razzista e xenofobo, espressione dell’intolleranza antimeridionale figlio di una cultura di esclusione anziché di inclusione”. Parole forti, accompagnate poi da una considerazione altrettanto forte verso l’attuale Primo Cittadino Torrese: “La dignità di un popolo- scrive la Gorga- non si svende per un posto in Parlamento. Non si diventa zerbini politici di un mediocre autista di ruspa per salvare la propria poltrona. Ci sarebbe una città da difendere, un popolo da guidare. Ma, forse, è più importante cantare “chi non salta comunista è” che risolvere i problemi della città che ti ha votato”.
Questo il post integrale
“Non dovevano convincerci i selfie fatti nel giorno della strage di Bruxelles. Forse nemmeno quegli stivali antineve indossati nel giorno della tragedia di Rigopiano in tv. A pensarci bene, potevano essere sufficienti anche tutti i giorni di assenza dall’Euro Parlamento, mentre invece sui social si davano lezioni di razzismo, di stupidità e di politica di bassa lega. Sì, Lega: quella che per Pino Daniele era una vergogna e il cui leader ieri qualcuno ha deciso di omaggiare come si se trattasse di Nelson Mandela o di un capo di Stato estero.
Forse sarebbe stato sufficiente leggere gli insulti rivolti a un Ministro della Repubblica, Cecile Kwenge, definita una scimmia. Oppure le condanne arrivate per le frasi razziste, xenofobe, le parole sui meridionali, i cori da stadio che nulla sono e nulla appartengono a un leader politico, a uno statista ma soprattutto a un essere umano.
Non entro nella polemica sulla necessità di far parlare Salvini a Napoli. La nostra terra, la nostra gente ha una lunga tradizione di accoglienza, di tutela della democrazia, di rispetto, in una sola parola.
Ma trasformare un evento come quello anche in una passerella per brindisi e cori da stadio hanno dato e stanno dando in queste ore, l’ennesima mazzata morale alla credibilità della nostra classe politica e della nostra amministrazione.
Il sindaco di Torre del Greco, quarta città della Campania, patria di cultura, sede della villa che appartenne al capo provvisorio dello Stato Enrico De Nicola, esempio di un meridionalismo acuto e responsabile, che diventa un “palummella” qualsiasi accanto ad un leader razzista e xenofobo, espressione dell’intolleranza anti meridionale, figlio di una cultura di esclusione anziché di inclusione.
Quella non è la curva di uno stadio: un personaggio pubblico, un sindaco eletto da migliaia di cittadini deve portare rispetto a quei voti. E non sedere abbracciandolo, con cori a osteria, al fianco di chi ha detto, pensato e sottoscritto le cose più abominevoli sul Sud e sui nostri concittadini.
E allora va bene che il treno per Roma si fa sempre più affollato, che i binari sono da oliare e mettere in sicurezza, che la claque sempre pronta applaude e sorride incurante delle critiche feroci che stanno arrivando in queste ore. Ma la dignità di un popolo non si svende per un posto in Parlamento. Non si diventa zerbini politici di un mediocre autista di ruspa per salvare la propria poltrona. Ci sarebbe una città da difendere, un popolo da guidare. Ma, forse, è più importante cantare “chi non salta comunista è” che risolvere i problemi della città che ti ha votato.
Buona domenica a tutti, a chi ci crede ancora, a chi combatte tutti i giorni contro le discriminazioni, a chi non abbassa mai la testa, a chi conta i minuti col battito del cuore di chi gli sta accanto”.
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