Abbiamo incontrato don Franco Rivieccio, vice-postulatore della causa di santificazione del Beato Vincenzo Romano
Qual è stata la reazione del popolo torrese alla notizia della santificazione del Beato?
La gioia piena di tutta la città, una gioia non indifferente per noi torresi e per tutti i devoti del Beato Romano, ben espressa martedì scorso quando le campane di tutte le nostre chiese hanno suonato a festa.
Ora aspettiamo la data della celebrazione eucaristica in piazza San Pietro, compatibilmente con gli impegni del Papa. La cosa importante che il presunto miracolo diventa miracolo a tutti gli effetti. Una bella coincidenza è stata quella che il miracolo del Beato Romano è stato approvato insieme ad un miracolo avvenuto per intercessione di papa Paolo VI, che fu il papa che dichiarò Beato il nostro parroco santo e coincidenza ha voluto che insieme – Paolo VI e Vincenzo Romano – vengono eletti alla santità. Siamo contenti e bisogna continuare a pregare e affidarci a Lui. Sono sicuro che gli altri nostri fratelli torresi defunti, là in paradiso, hanno fatto una grande festa.
Secondo lei quali saranno gli effetti sul popolo torrese?
Speriamo che sia un orgoglio per tutti noi torresi. La nostra città è bella, ma bisogna che ci impegniamo tutti a renderla ancora più vivibile. Speriamo che sia un momento felice.
Ci può raccontare qualcosa della sua esperienza di vice-postulatore del Beato Vincenzo Romano?
Io ho sempre creduto nella straordinarietà di quest’ultimo miracolo attribuito al Beato. Quando uno dei figli del signor Raimondo nel 1998 mi consegnò tutto l’incartamento medico – ricco di tutti gli accertamenti clinici – mancava un documento certo quale una cartella clinica, in quanto il signor Raimondo aveva sempre rifiutato il ricovero ospedaliero. In mancanza di questo documento, abbiamo dovuto fare ordine fra le tante analisi, radiografie e referti. Fra tutte queste carte abbiamo trovato una biopsia del tumore che, esaminato, fu catalogato come uno dei più terribili, maligno al cento per cento. Ma nel 1998 erano già trascorsi dieci anni e per legge dopo tale termine i vetrini vengono distrutti. In mancanza di questi vetrini uno dei periti medici della Congregazione di Roma lamentava proprio questa mancanza. Quando abbiamo portato la nostra dichiarazione presentata al Tribunale di Napoli e il Tribunale ha confermato la distruzione dei vetrini trascorsi dieci anni, i sette periti medici della Congregazione al termine della discussione collegiale hanno votato a favore del presunto miracolo: il fatto era inspiegabile da un punto di vista scientifico. Alla stessa determinazione sono poi giunti i sette teologi: anche per loro c’era stata una forte intercessione del Beato: i figli e i parenti tutti hanno pregato iI Beato incessantemente per la guarigione strappando dalle mani di Dio questo miracolo. I Cardinali, infine, nello scorso mese di febbraio hanno confermato tale ipotesi. Il 6 marzo poi il santo Padre ha ricevendo il Cardinale Amato, prefetto della Congregazione, autorizzand la stessa ad emettere il decreto con cui il presunto miracolo diventa miracolo a tutti gli effetti. Santo lo dirà il Papa durante la messa di canonizzazione. Da quel momento dovremo imparare a non dire più Beato ma San Vincenzo Romano.
Già sono noti i passi che la Chiesa torrese intraprenderà in occasione della Santificazione di Vincenzo Romano?
Oltre ad altre eventualità, probabilmente faremo dei pullman che partirebbero nel tardo pomeriggio di sabato. Piazza San Pietro verrà aperta ai pellegrini alle 7 del mattino della domenica. La messa sarà alle ore 9,30, quindi tra le 7 e le 9 dovremo essere tutti i piazza. C’è poi da tener presente quali saranno le intenzioni del Papa: se cioè nominerà tutti e sei i santi i prossimi in un’unica celebrazione o se inizierà solo con la santificazione di Papa Paolo Vi e il martire Romeo e successivamente gli altri quattro. Bisogna anche considerare che il prossimo mese di ottobre ci sarà anche il sinodo dei giovani. Quindi bisognerà mettere insieme tutti questi eventi.
Per quanto riguarda la Chiesa torrese Il Cardinale Sepe vorrebbe fare una cerimonia di ringraziamento a Napoli, mentre noi la vorremmo fare a Torre del Greco. Confidiamo in quest’ultima ipotesi. Speriamo anche, se autorizzati dalle autorità pontificie, di poter fare una peregrinatio del Beato nelle parrocchie di Torre, in alcuni luoghi significativi della città.
Facebook
Twitter
Instagram
YouTube
RSS