Vincenzo Nibali (Astana) è il vincitore della 99/a edizione del Giro d’Italia di ciclismo. Al termine della corsa partita da Apeldoorn (Olanda) il 6 maggio, e conclusasi oggi con la passerella di Torino, ha preceduto il colombiano Chaves di 52″ e lo spagnolo Valverde di 1’17”. E’ il secondo Giro vinto da Nibali, già trionfatore nel 2013.
Centinaia di tifosi hanno atteso sotto la pioggia che la maglia rosa scendesse dal pullman dell’Astana per la firma del foglio di partenza accogliendolo con un boato. In precedenza Nibali aveva ricevuto in albergo la visita del presidente del Coni, Giovanni Malago’, che si è complimentato con il campione siciliano per il successo al Giro. Con Malagò, che si è trattenuto a colazione con la maglia rosa nell’ albergo dell’ Astana, c’era anche il direttore del Giro, Mauro Vegni. A Torino Nibali riceverà l’abbraccio della sua famiglia. Per la gara di oggi la maglia rosa monterà in sella a una bici speciale tutta rosa e con la scritta “Nibali Giro Champion 2016”.
Scivolone senza gravi conseguenze per Esteban Chaves, nel corso della 21/a e ultima tappa del Giro d’Italia, da Cuneo a Torino. Il colombiano, secondo nella classifica generale del Giro, complici una distrazione dettata dal clima di festa che si respira in gruppo e la strada resa viscida dalla pioggia, ha perso il controllo della bici. Con lui sono caduti anche altri corridori dell’Orica, tutti prontamente rientrati in gruppo. Nella stessa caduta è rimasto coinvolto il danese della Lotto Soudal Lars Bak che invece è stato costretto al ritiro.
Per motivi di sicurezza, la giuria della corsa rosa ha deciso di neutralizzare i tempi della classifica generale al passaggio del primo degli otto giri previsti nel circuito cittadino di Torino, arrivo della 21/a e ultima tappa del Giro d’Italia.
Nibali: “libero da pressioni,ed è stata svolta” – Il guizzo del fuoriclasse, la giocata che risolve una gara dopo una prestazione opaca. E’ stato cosi’ il Giro di Vincenzo Nibali, apatico per diciotto tappe, tra una condizione che tardava ad arrivare, strategie sbagliate e un campione in crisi d’identità che non si riconosceva più. “Non sono più io”, la frase pronunciata non più tardi di martedì scorso, sembrava l’epitaffio in calce a una resa firmata dopo l’ennesima sberla rimediata sul Fai della Paganella, mica lo Zoncolan. Ma il campione non abdica mai a se stesso. Due tappe di quelle toste, con montagne vere da scalare, e riecco il Nibali vincitore di Tour, Giro e Vuelta a dettare legge sulle Alpi. All’inferno e ritorno in due giorni e sorpasso in vetta. Roba da campioni, appunto. “Il clic – spiega – è scattato quando mi sono detto che vincevo o perdevo alla fine era importante si’, ma era la stessa cosa. E’ stato allora che mi sono liberato di tutte le pressioni e di tutti i pensieri. Non è stato facile questo Giro, vissuto da favorito, con tutti i fari addosso. Mi è stata vicino la squadra, ma anche i colleghi di altri team che mi dicevano che poteva succedere ancora di tutto nell’ultima settimana. E poi il pubblico, un affetto straordinario sulle strade”.
fonte Ansa
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