REINA 6: stagione altalenante quella dello spagnolo, che alterna grandi parate a sbavature che sono spesso costate care agli azzurri. Rappresenta comunque un punto di riferimento per la retroguardia agendo spesso da difensore aggiunto. Corrente alternata.
RAFAEL s.v.: qualche apparizione in Coppa Italia, viene designato come secondo di Reina ma ha poco spazio complice anche l’ottima tenuta fisica dello spagnolo. In naftalina.
SEPE s.v.: un peccato non averlo visto mai in campo, destinato ad andare a trovare fortuna altrove. Dimenticato.
HYSAJ 7: sempre regolare nel suo rendimento. In fase difensiva ha dimostrato grande intelligenza tattica e puntualità nelle chiusure. Pronto anche nel sovrapporsi per dare man forte alla manovra offensiva. Cardine.
ALBIOL 7: è tornato sui suoi standard dopo il periodo buio dello scorso anno. Guida con sapienza la difesa sbagliando davvero poco. Ci mette sempre una pezza quando serve. Se il Napoli ha preso qualche gol di troppo di certo non ha grosse colpe dal punto di vista individuale. Baluardo.
KOULIBALY 7,5: non è mancato qualche black out ma la sua stagione è stata senz’altro la migliore da quando è a Napoli. Esalta il San Paolo con interventi e chiusure esaltando il suo strapotere fisico, maggiore continuità di rendimento rispetto al passato. Maturo.
GHOULAM 7: macina kilometri sull’out di sinistra creando sempre pericoli con i suoi cross velenosi. In fase difensiva non sempre è attento, con Strinic che lo insidia in una parte della stagione. Alla fine si conferma uno dei pilastri della squadra. Pendolino.
STRINIC 6: quando viene chiamato in causa non tradisce. Garantisce maggiore copertura rispetto a Ghoulam rappresentando una validissima alternativa. Affidabile.
TONELLI 6,5: Tormentato dai continui problemi fisici quando gioca da il suo contributo siglando anche alcuni gol importanti, confermando le sue abilità nel gioco aereo. Si spera possa avere maggiore fortuna dal punto di vista fisico. Arma in più.
MAKSIMOVIC 6: sufficienza risicata per il serbo, che Sarri vede davvero poco. Quando viene impiegato non sfigura, ma anche lui viene condizionato dagli infortuni. Può considerarsi un nuovo acquisto per l’anno prossimo. Da rivedere.
MAGGIO 6: poche chance per lui, vista anche la tenuta fisica impeccabile di Hysaj. Nelle poche occasioni in cui vede il campo dimostra una buona tenuta atletica, dando ottime garanzie nelle due fasi sull’out di destra. Evergreen.
CHIRICHES 6,5: prima alternativa ai due centrali, quando gioca non fa mai rimpiangere i titolari. Sempre elegante e sicuro negli interventi, regista aggiunto quando esce palla al piede dalle retrovie. Autoritario.
ZIELINSKI 7,5: arrivato in punta di piedi ha impressionato per il suo dinamismo e le grandi qualità tecniche. Micidiale con le sue percussioni per vie centrali, realizza reti di pregevole fattura. Può essere l’erede di Hamsik, Diamante.
DIAWARA 7,5: gioca con la tranquillità di un veterano nonostante la giovanissima età. Nel finale di stagione viene impiegato di meno ma le sue qualità e la sua personalità sono fuori discussione. Efficace nel fare da schermo davanti alla difesa, svelto e concreto nel costruire gioco. Pepita d’oro.
JORGINHO 7,5: parte indietro nelle gerarchie di Sarri ma riconquista il posto da titolare prendendo in mano le chiavi del centrocampo azzurro. E’ sempre quello che tocca più palloni; verticalizza, imposta e difende con disinvoltura. Perno.
HAMSIK 8: dal punto di vista realizzativo torna quello dei tempi d’oro con 12 reti in campionato. Sempre nel vivo del gioco, galleggia tra le linee rappresentando un pericolo costante per le difese avversarie. Giocate di qualità e assist per i compagni a contornare una stagione da incorniciare. Maestoso.
ALLAN 6,5: qualche acciacco di troppo e la grande varietà a centrocampo a disposizione di Sarri gli impediscono di essere il titolare inamovibile dello scorso anno. Garantisce comunque la solita grinta in mediana e dinamismo da vendere. Cagnaccio.
ROG 6,5: dopo una prima parte di stagione di ambientamento passata in panchina, quando Sarri decide di gettarlo nella mischia non lo delude. Importanti doti tecniche e attitudine all’inserimento negli ultimi sedici metri. Ha ampi margini di miglioramento. Promessa.
GIACCHERINI 6: arriva a Napoli per rappresentare un alternativa agli esterni d’attacco ma trova poco spazio. Trova qualche gol, la sua duttilità è stata utile in alcuni frangenti di gara. Soldatino.
CALLEJON 8: tanto lavoro sporco in fase di ripiegamento e inserimenti brucianti a fari spenti. Questi i marchi di fabbrica dello spagnolo, che nella seconda parte di stagione trova anche con continuità la via della rete formando con Insigne e Mertens un tridente da sogno. Manna dal cielo.
MERTENS 9: non ci sono parole per descrivere la fantastica stagione del belga. Partito come alternativa ad Insigne dopo l’infortunio di Milik viene collocato al centro dell’attacco con risultati sbalorditivi. 28 gol in campionato, 34 in stagione, con 15 assist. Numeri da capogiro. Fenomeno.
INSIGNE 8,5: è stato l’anno della consacrazione. Non più soltanto serpentine ubriacanti e assist per i compagni ma anche tanti gol, ben 20 in stagione. Tanti gol ma soprattutto tutti di pregevole fattura, ultima perla la parabola che fa secco Puggioni nell’ultimo match contro la Samp. Superstar.
MILIK 6,5: doveva essere lui a prendere la pesante eredità di Higuain, e inizia anche bene segnando sia in campionato che in Champions. Poi il grave infortunio che gli tarpa le ali e apre le porte all’esplosione di Mertens. Quando rientra Sarri gli concede sempre qualche scampolo di partita, dimostrando di star bene. Sarà difficile convincere il mister a rinunciare al tridente leggero delle meraviglie. Sfortunato.
PAVOLETTI 5,5: arrivato a gennaio per sostituire Gabbiadini fa fatica ad integrarsi negli schemi azzurri. Troppo statico per il gioco a tutta velocità del Napoli, non riesce a lasciare il segno. Rimandato.
SARRI 8: conferisce al Napoli un identità di gioco chiara. Gli azzurri danno spettacolo realizzando gol a grappoli, spesso con azioni da Play Station. Purtroppo arriva un terzo posto che sta stretto, figlio di alcuni punti persi per strada per le solite ingenuità che rappresentano ancora il tallone d’Achille di questa squadra. Un ottimo base dalla quale ripartire.
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