Il fenomeno dell’intermediazione illegale e dello sfruttamento lavorativo in agricoltura – secondo stime sindacali e delle associazioni di volontariato – coinvolge circa 400mila lavoratori in Italia, sia italiani che stranieri, ed è diffuso in tutte le aree del Paese e in settori dell’agricoltura molto diversi dal punto di vista della redditività, abbracciando un arco di produzioni che vanno dal pomodoro ai prodotti della viticoltura.
Il quadro che emerge è inoltre estremamente variegato e interessa una vasta area grigia che va dal lavoro irregolare fino ai confini della tratta e riduzione in schiavitù di esseri umani; da forme di organizzazione elementare costituite da un solo caporale che procura qualche bracciante per sottoporlo a condizioni di estremo sfruttamento, a veri e propri sistemi criminosi che gestiscono la somministrazione di manodopera a bassissimo costo ricorrendo anche all’uso della minaccia o della violenza.
Tutto ciò avviene in palese contrasto con i principi costituzionali che tutelano la sicurezza, la libertà e la dignità umana dei lavoratori. Il provvedimento approvato della Camera dei deputati si inserisce quindi in un quadro di azioni già messe in atto dal Governo (l’istituzione dell’Ispettorato nazionale del lavoro che accentra la vigilanza già esercitata dal personale INPS e INAIL ed il Protocollo contro il caporalato e lo sfruttamento lavorativo in agricoltura sottoscritto dai Ministeri dell’interno, del lavoro, delle politiche agricole alimentari e forestali con le parti sociali e le associazioni di volontariato) e risponde all’esigenza particolarmente avvertita di compiere un ulteriore e decisivo passo in avanti nella battaglia contro questa vera e propria piaga sociale.
In particolare, si mira a garantire una maggior efficacia all’azione di contrasto del caporalato, introducendo significative modifiche al quadro normativo penale e prevedendo specifiche misure di supporto dei lavoratori stagionali in agricoltura.
I principali filoni di intervento del disegno di legge, composto da 12 articoli, riguardano: la riscrittura del reato di caporalato (intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro), che introduce la sanzionabilità anche del datore di lavoro; l’applicazione di un’attenuante in caso di collaborazione con le autorità; l’arresto obbligatorio in flagranza di reato; il rafforzamento dell’istituto della confisca; l’adozione di misure cautelari relative all’azienda agricola in cui è commesso il reato; l’estensione alle persone giuridiche della responsabilità per il reato di caporalato; l’estensione alle vittime del caporalato delle provvidenze del Fondo antitratta; il potenziamento della Rete del lavoro agricolo di qualità, con funzione di strumento di controllo e prevenzione del lavoro nero in agricoltura.
Per ulteriori approfondimenti si rinvia ai lavori parlamentari del disegno di legge “Disposizioni in materia di contrasto ai fenomeni del lavoro nero, dello sfruttamento del lavoro in agricoltura e di riallineamento retributivo nel settore agricolo”, testo unificato delle proposte di legge AC 4008 – relatori Giuseppe Berretta per la II Commissione Giustizia e Marco Miccoli per la XI Commissione Lavoro – e ai relativi dossier del Servizio studi della Camera dei deputati.
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