Le luci a San Siro si sono spente, il silenzio ha sostituito le urla di gioia dei tifosi galacticos, urla miste ai pianti dei tifosi colchoneros, i coriandoli e i lustrini ricoprono l’intero manto erboso….
Ieri sera, alla Scala del calcio, è andato in scena l’ennesimo copione sottratto ai registi di Hollywood: il derby di Madrid, nella città dei derby, sul palcoscenico più importante d’Europa: la finale della UEFA Champions League.
Real Madrid – Atletico Madrid non è, e non sarà mai, una semplice partita di calcio tra due squadre della stessa città: Real vs Atletico è il ricco che ha la vita facile, contro l’operaio che suda sette camicie per portare avanti la famiglia, è il potere dei soldi contro la forza del lavoro, è il “vincere facile” acquistando campioni contro il vincere sudando e contando solo su se stessi e sulle proprie capacità, è la freddezza dei soldi contro il cuore, anzi contro la garra di chi sa che deve conquistarsi tutto da solo…
Questa stagione sportiva cosi magica e cinematografica (vedi Leicester campione d’Inghilterra) non poteva che offrire questa eterna sfida come suo atto finale e, tutto faceva pensare ad una sola cosa: il Cholo che batte il Real dei fenomeni, solleva la coppa dalle grandi orecchie al cielo nella notte di Milano e ottiene la sua rivincita, ribaltando ancora una volta il mondo e portando la classe operaia in paradiso.
I presupposti c’erano tutti: Real che arriva in finale quasi per caso, dopo una stagione iniziata (malissimo) con Benitez e chiusa con un “modesto” secondo posto in campionato, aggiungeteci anche un Cristiano Ronaldo a mezzo servizio causa infortunio e una squadra che praticamente non ha mai mostrato un gioco convincente…Dall’altra parte invece, l’Atletico che forse per la prima volta, parte con i favori del pronostico, con una spinta emotiva pazzesca, frutto soprattutto delle imprese fatte contro Barcellona e Bayern, e con praticamente tutta la rosa a disposizione e che ha in testa una sola parola: gara!
La partita non parte proprio bene per l’Atletico che, tempo 15 minuti, vede riavvicinarsi i fantasmi di quella stregata notte di Lisbona del 2014: punizione, palla in mezzo, tocco di rapina di Sergio Ramos (partito in leggero fuorigioco e con una sospetta spinta su Savic) e palla alle spalle di Oblak per l’1-0 Real.
“E’ inutile crederci, le favole non esistono, anche stasera vince il Real perché ha i campioni”
Alzi la mano chi non ha pensato questo, quando ha visto Sergio Ramos esultare sotto la curva Sud di San Siro…L’hanno pensato tutti, tutti tranne una persona: Diego Pablo “El Cholo” Simeone.
Nonostante la sua squadra fosse in netta difficoltà, più mentale che fisica, il Cholo ha continuato a urlare e a trasmettere grinta ai suoi, oltre che dispensare perle tattiche a destra e a manca perché lui non si arrende, lui crede ancora di poter ribaltare il mondo e di poterlo fare ribaltando prima di tutto la sua squadra. Ed è quello che fa ad inizio secondo tempo quando inserisce Yannick Ferreira Carrasco al posto di uno spento Augusto Fernandez. E’ la mossa che cambia totalmente la gara: passano neanche due minuti e Torres (si proprio lui, lui che è stato fischiato in quello stadio con la maglia del Milan e che tanti criticano nonostante un palmares infinito) viene atterrato da Pepe in area…non ci sono dubbi, è calcio di rigore!
“Dai, allora la favola può ancora diventare realtà, crediamoci! Aupa Atleti!”
Sul dischetto va Griezzman, la stella della squadra, colui che ha segnato 32 gol in stagione…Palla contro la traversa, ennesimo pugno di Golia a Davide e partita che sembra, ancora una volta, già decisa.
Ma il Cholo non si arrende, non si arrende nonostante tutto gli stia girando contro e continua ad urlare, a infiammare la folla e a credere che questa possa e debba essere la sua notte.
Il tempo passa, l’Atletico guadagna campo ma rischia di capitolare per ben due volte in contropiede ma poi, proprio quando ormai sembra tutto finito, dopo l’ennesimo miracolo di Oblak e un rocambolesco salvataggio sulla linea di porta di Savic, ecco il colpo di scena degno dei migliori film: ripartenza Atletico, palla a Juanfran che la mette in mezzo, sbuca Ferreira Carrasco al centro dell’area e palla nel sacco.
“Goooooolll!!! Carrasco!!! Che intuizione del Cholo, che grande mossa!!! Che grande allenatore!!! La competenza paga sempre!!!”
Il finale è tutto per i colchoneros che, spinti da una folla indiavolata, mettono alle strette il Real senza però riuscire a ricambiare la beffa all’ultimo secondo.
“Ai supplementari vince l’Atletico, il flow della gara è tutto dalla loro parte, il Real ormai è alla frutta, la storia sta per cambiare”
Sono queste le parole che riecheggiano nello stadio. Gli stessi tifosi del Real sembrano essere ormai sicuri che questa non sarà la loro notte, ma che sarà la notte degli “altri”, quegli altri che però, non vogliono pensarci e continuano a cantare senza sosta, perché sanno bene che la vita può ingannarli da un momento all’altro anche stavolta…
I trenta minuti supplementari non regalano particolari emozioni ma presentano l’ennesimo turning-point di questa finale: tra il minuto 109′ e il minuto 116′, escono per infortunio Filipe Luis e il grande capitano Koke…In realtà in campo non si nota una grandissima differenza, ma nella mente dei giocatori e soprattutto in quella dei tifosi, comincia a farsi strada un brutta idea e un brutto presentimento comincia ad aleggiare intorno agli uomini del Cholo:
“Vuoi vedere che questi infortuni, occorsi proprio a due dei principali uomini/condottieri della squadra, sono l’inizio dell’ennesima beffa?? No dai, anche stavolta no, sarà solo una coincidenza…”
I 120’+2 minuti finiscono e si va cosi ai calci di rigore.
Primi tre rigori a segno per entrambe le squadre, tutto regolare, il sogno è ancora vivo.
Sul dischetto va Sergio Ramos, l’uomo che ha siglato il vantaggio e che ha firmato il pareggio in quella maledetta serata di Lisbona: “Ecco ora sbaglia proprio lui, come fece Trezeguet contro l’Italia nel 2006…Ciò che ha tolto al Cholo e ai suoi due anni fa, ora glielo restituisce”. E invece no, Ramos calcia e segna.
Tocca quindi a Juanfran, altra bandiera dell’Atletico, autore dell’assist per il gol di Carrasco e protagonista di una prova maiuscola, insomma uno che, viste le cose e vista la serata da cinema, non può sbagliare…Palo
Quel pallone che sbatte sul palo alla destra di Keylor Navas emette un rumore sordo ma assordante allo stesso tempo, un rumore che “sveglia” non solo i tifosi dell’Atletico, che ormai hanno già capito come andrà a finire anche stavolta, ma sveglia un mondo intero, un mondo che era convinto di assistere all’ennesima impresa, all’ennesimo upset, all’ennesima favola a lieto fine…
Negli spogliatoi, il Cholo dirà ai suoi ragazzi che semplicemente non era destino…Già destino…Quel destino che anche stavolta gli ha tirato un brutto scherzo, quel destino che lo ha sedotto e abbandonato a un secondo dal piacere, che lo ha illuso e beffato a un passo dal traguardo.
Anche stavolta, il Cholo ha avuto la dimostrazione che la vita, quella vera, non è sempre una favola, non sempre tutto va come dovrebbe andare, non sempre vince il più bravo e che meriterebbe di vincere…Ma il Cholo questo lo sapeva già e a lui non importa…Lui vive e vivrà sempre con la speranza che se si da tutto, prima o poi, i propri sforzi verranno ripagati, lui vive sul filo delle emozioni che in un attimo ti portano dal paradiso all’inferno…il Cholo è cosi, il Cholo vive di garra, vive di passione, vive di sogni…
Questa favola non ha avuto un lieto fine ma grazie lo stesso Cholo…Grazie per aver fatto sognare, ancora una volta, milioni di tifosi e appassionati di questo magnifico ma crudele gioco…Grazie di cuore, da parte di un sognatore che, nonostante l’ennesima delusione, non smetterà mai di sognare e di lottare, con tutta la garra che ha…
Gracias Cholo
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