Si prospetta l’ennesima estate di passione per gli obbligazionisti del crack Deiulemar, che non mollano di un centimetro pur di ottenere giustizia, tra colpi di scena e le tante “magagne” emerse dietro questa vicenda che ha lasciato il segno sull’economia torrese.
Processo penale: il crack Deiulemar si appresta ad arricchirsi di un nuovo capitolo, l’udienza del processo penale del 21 giugno. Ci sono tutti gli elementi affinché possa essere almeno confermata la sentenza di primo grado, con pene esemplari a carico dei responsabili del crack da quasi un miliardo di euro. Dopo un’ulteriore udienza prevista per il 13 settembre, la sentenza potrebbe arrivare a novembre, con il chiaro obiettivo degli obbligazionisti di veder riconosciuto il reato di associazione a delinquere, un capo d’accusa fondamentale per le possibilità di recupero delle somme perse. Le udienze tenutesi fino ad ora sono state tutte un po’ interlocutorie, tra i “non ricordo” dei direttori delle banche su cui transitavano fiumi di denaro riconducibili alla Deiulemar, e le tante perizie e motivazioni di parte che hanno soltanto arricchito un quadro ormai chiaro da tempo. Non si aspetta altro che la giustizia faccia il suo corso, si spera in maniera equa e quanto più velocemente possibile.
Beni in vendita sul web: negli scorsi giorni avevano destato scalpore gli annunci di vendita online dell’ex sede di Via De Nicola e del complesso Sporting Poseidon, beni simbolo dell’impero Deiulemar. Tra lo stupore generale dei risparmiatori è arrivata la pronta precisazione dell’avvocato Monica Cirillo: “non si tratta della vendita del bene ma di vendita del credito vantato dalla banca assistito da garanzia ipotecaria sul bene immobile”. In ogni caso le possibilità di recupero passano tutte dal patrimonio della società di fatto, e dall’eventuale collaborazione degli armatori falliti.
Intrecci pericolosi: altro elemento che non ha fatto altro che acclarare la gravità del crack è il coinvolgimento di importanti banche che hanno concesso ingenti finanziamenti alla Deiulemar, istituti di credito che sono poi arrivati loro stessi al crack con il pesante fardello dei crediti in sofferenza, su tutte Banca Carife e Monte dei Paschi di Siena. Queste ultime avevano proprio la Deiulemar nella lista dei principali debitori insolventi. Come se non bastasse poi in un’interrogazione parlamentare promossa dal M5S, da sempre molto sensibile alla vicenda, sarebbero emersi intrecci pericolosi e commistioni con l’alta finanza nazionale, accostando la Deiulemar ad importanti realtà bancarie e imprenditoriali del panorama italiano. Insomma i falliti non hanno fatto tutto da soli.
Riparto 1,5%: l’estate ormai alle porte dovrebbe essere quella del terzo riparto, il secondo per i creditori non privilegiati. Il piano da oltre 15 milioni di euro è stato già approvato da tempo, non si aspetta altro che l’avvio della procedura per riscuotere le somme. Il tutto nella speranza che non si ripresentino le lungaggini e gli errori del precedente riparto.
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