Tanti giudizi in corso, tante azioni e indagini volte a ricostruire un patrimonio sterminato che sembra essere scomparso nel nulla. Il tutto celato da una serie di artifizi di alta finanza, con la costituzione di società all’estero e l’ausilio di prestanomi allo scopo di spogliare la Deiulemar di ogni bene e lasciare a bocca asciutta i creditori. Tante famiglie facevano affidamento sull’interesse annuale che per tanti anni ha fatto si che la società diventasse una vera e propria banca, la cui solidità non veniva mai messa in discussione. Tanti quesiti che non trovavano una risposta, in questi giorni potrebbero essere risolti. Si cercava la svolta e forse è arrivata, le carte in tavola nella vicenda Deiulemar potrebbero cambiare; Angelo Della Gatta, infatti, ha deciso di collaborare con la giustizia aprendo nuovi scenari per il futuro e facendo registrare l’ennesimo colpo di scena. Dopo le note vicende giudiziarie, che hanno interessato il fallimento della compagnia di navigazione Deiulemar C.D.N e che si sono concluse presso il tribunale di Roma con gravi sentenze di condanna in primo grado per i delitti di bancarotta fraudolenta ed evasione fiscale, lo scorso Luglio il numero uno della società torna in carcere per distrazione patrimoniale di mezzo milione. 17 anni e 2 mesi da scontare pesano come un macigno, la mancanza degli affetti più cari, come l’attuale compagnia Maria Palomba , e di vie d’uscita reali e concrete, hanno spinto l’armatore a collaborare ormai da quasi 30 giorni. La confessione di Angelo Della Gatta potrebbe essere decisiva e tirare in ballo qualche potere forte e a ridare, inoltre, la speranza alle oltre 13 mila famiglie coinvolte nel fallimento.
La speranza degli obbligazionisti è che possa rivelare in quale paradiso fiscale è attualmente celato il tesoro, distratto ad arte con il sistema delle scatole cinesi.
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