La potremmo chiamare “ La tempesta perfetta”. Cielo giallastro accompagnato da un color grigiastro, un vento caldo ma terribilmente forte al punto da far crollare in molte zone alberi, rami, oggetti vari in aria come: buste, plastica, carte. Un disegno universale quasi apocalittico che forse abbiamo potuto vedere nei film di catastrofe climatico; eppure non era un film ma la pura realtà.
Numerosi sono stati i disagi: insegne di negozi crollati al suolo; alberi spezzati che hanno impedito il passaggio per le auto che dovevano attraversare una determinata zona; quantità di rifiuti sparsi che si uniscono in un vortice di vento creando ulteriori disagi per le autovetture. Sacchetti di immondizia che il vento ha spostato sulla strada principale. Nella zona confinante fra San Sebastiano al Vesuvio e San Giorgio a Cremano, un albero è caduto sulla strada portando la chiusura della strada. Stessa cosa presso l’uscita dalla super strada che da Ponticelli porta all’uscita di San Giorgio a Cremano in Via Manzoni. Insomma un insieme di disagi che hanno determinato non poche conseguenze. Ci si chiede dunque cosa si deve attendere ancora prima che si aprano gli occhi sui forti cambiamenti climatici; ci si chiede cosa ancora deve accadere prima che si ritorni alle origini e si cerchi il prima possibile di riparare i danni creati. Nel 2018 siamo qui a raccontare vicende come la morte di uno studente di 21 anni, deceduto in seguito al forte maltempo che ha portato un albero a crollare al suolo e il destino ha voluto che in quel momento fosse proprio quel giovane ragazzo a passarci.
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